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http://vociromane.corriere.it/2013/07/24/quei-mancati-giorni/

 

Anche questa settimana il nostro blog  ospita un post della srcittrice Federica Ferretti, sono sicura che vi piacerà:

“Ci sono giorni in cui capisci cosa è giusto, e cosa è sempre stato sbagliato.
Ma lo hai amato comunque.
Ci sono quindi quei giorni in cui decidi di amare un po’ più te stessa.
E cerchi disperatamente di accantonare ciò che di dolorosamente sbagliato vuoi far sopravvivere ad ogni costo.
Esci, allora, te ne vai al mare, respiri a pieni polmoni l’aria che sembra sferzarti mentre ti sei fermata al tuo molo, in attesa di vedere spuntare la tua barca all’orizzonte.
Quella che ti traghetterà verso un altro futuro.
Fu così che incontrai Giorgio, mentre ero lì seduta, a guardare altrove, ben oltre il mio bicchiere, dentro cui, a dire la verità, quasi non ricordavo più se fosse stata semplice arancia rossa, o vi avessi versato preziose gocce del mio stesso sangue.

Giorgio, si avvicinò nell’ennesima folata di vento, mi parlò con tenerezza,restituendomi una sorta di stato di benessere, calma, quiete, poesia.

Mentre tutto ciò mi sembrava ormai un pallido ricordo.

-C’è chi ha così paura del buio, che si accontenta pure di un pallido riflesso. Ma la luce,quella vera, quella che ti irradia, estasiandoti, è un’altra cosa, ti splende dentro e non si compra al supermercato.
E se l’hai persa, se hai perso l’unica occasione di esserne illuminato, dai colpa solo a te stesso.
A te soltanto.
Dovrai di nuovo meritarla.
Questo gli disse, riprendendo il suo cammino, stanco,claudicante, ma pure sempre un cammino.
Un percorso da inaugurare forse da sola.
Forse.

-Tornerai.
Perchè siamo così simili da credere che un giorno ci siamo già appartenuti.
Con tutte le contraddizioni e soprattutto le controindicazioni del caso.
Perchè lo sai quanti ci scoraggiano dal riprendere a frequentarci?
Inferno o paradiso?
Croce o delizia?
Entrambe le opzioni, senza alcuna differenza.
Così, è solo questione di ritrovare la strada smarrita, le rispose tra i denti, mentre la vedeva allontanarsi una volta di più esasperata dalla su indecisione, dal suo egocentrismo, dai suoi atteggiamenti adolescenziali. Glielo ripeté ancora e poi ancora, mentre lei continuava dritta per la sua via,  sui suoi immancabili tacchi, e le unghie laccate di rosso come solo lei sapeva indossare.

Al contrario, lei aveva  pensato soltanto: “… è che non hai ancora il coraggio per chiedermi di restarti affianco.
Se ti dicessi di sì, bene…altrimenti, non sapresti come convincermi.
Sei incredibilmente succube, perchè davvero innamorato?
Ma ciò, a dir poco terrorizza un uomo della tua tempra.
No, sei solo così disperato dall’aver perso il tuo giocattolo preferito,  da non accorgerti che io, invece, ho voluto da subito ciò che desideri tu.
Guardare coi nostri occhi come crescono bene i nostri sogni”.

Mi rivedevo come in un film dalla pellicola ormai logorata dal tempo. Infatti, parlavo di noi come di due esseri divenuti  troppo presto estranei: in maniera del tutto impersonale. Me l’ero lasciato definitivamente alle spalle il giorno stesso, il 13 marzo,  in cui,  con una banale scusa, lo avevo scartato pure dalla amicizie del mio social preferito.  Lui, se ne era accorto molto dopo. O lo aveva metabolizzato,  quando, facendo il finto tondo,  era  tornato lui, invece,  a supplicarmi di riaccoglierlo nella mia vita.

 Ci sono errori che purtroppo si pagano caro. 

L’indifferenza per chi ci avrebbe dato la vita, ad esempio.  E ostinandosi a perseguitarmi,  a rintracciarmi per ogni dove, con ogni tempo e con ogni scusa, indirizzandomi anche sotto falso nome, quelle  lettere sdolcinate che non aveva mai avuto il coraggio di leggermi quando aveva potuto, non faceva altro che indispettirmi.

E non solo perché ora, al mio fianco, era arrivato Giorgio.

Il quale  mi avrebbe sposata di lì a poco.

Perché già  tempo prima,  mi ero sentita rinnegata.

Mi aveva lasciata annegare nel suo mare di bugie.

Ora,  perciò,  sarebbe stato  inutile riesumare il cadavere di una storia che poteva essere la nostra, in quei giorni che in qualche modo ci erano mancati.

Avrebbe potuto, se mi avesse afferrata piuttosto che spingermi affondo. Aveva perso la sua luce perchè accecato dalle sue manie di protagonismo.  Almeno il buongusto di non rendersi ancor più ridicolo, nell’ossessione di riprendersi ciò che aveva  stupidamente gettato via, in pasto ad un altro.

Ci sono giorni in cui capisci cosa è giusto, e cosa è sempre stato sbagliato.
Ma lo hai amato comunque.
Ci sono quindi quei giorni in cui decidi di amare un pò più te stessa.
E cerchi disperatamente di accantonare ciò che di dolorosamente sbagliato vuoi far sopravvivere ad ogni costo.
Esci, allora, te ne vai al mare, respiri a pieni polmoni l’aria che sembra sferzarti mentre ti sei fermata al tuo molo, in attesa di vedere spuntare la tua barca all’orizzonte.
Avrei sposato Giorgio  il prossimo anno”".

 

 

Tag: amore, Federica Ferretti, passione, ritorno

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